Non ci sarebbe bisogno di farci tanti studi e ricerche sopra ma, come ormai provato, il giardinaggio farebbe benissimo alla “salute mentale” delle persone. Pensate che il Dott. Richard Thompson, presidente del Royal College of Physician, sostiene addirittura che la sola vista di un giardino possa esser sufficiente a migliorare i tempi di recupero di una malattia o disagio psicologico.
Uno dei punti principali è comunque da ricercarsi nel fatto che, avere un giardino da curare o un fiore da “seguire”, costituisce già di per sé uno scopo e quindi una ragione significativa di vita. Un anziano troverà giovamento nei piccoli movimenti necessari per curare le piante e i fiori senza che gli stessi spostamenti non gli creino troppi disagi mentre i più giovani potranno capire il senso della responsabilizzazione durante la cura della pianta o dell’intera area verde. Come un piccolo animale domestico, come un figlio, anche il giardino necessita delle cure necessarie per sopravvivere e questo mantiene alta l’attenzione e, soprattutto, il senso di “appartenenza” nei confronti della propria vita e quella altrui. Ma non scordiamoci dei tempi, quelli sono davvero i maestri di vita, i leader per raggiungere la serenità interiore: il rapporto con la natura ed i tempi di crescita di un fiore, una pianta ed il loro sviluppo, impongono nell’uomo l’attesa ed i ritmi lenti che ha perso nel corso di questa vita frenetica e stressante.
Il risultato della natura sarà però eccitante , evidente e soddisfacente! Se poi vi aiuterà a liberarvi da qualche piccolo malessere, ancor meglio no?
Mark
Un commento su “Un fiore al giorno…leva lo psicologo di torno”