Fucsia: un nome, un fiore, un colore
Sebbene ne esistano quasi 100 specie diverse, di questa coloratissima pianta si ebbero le prime notizie attorno al 1600 quando ne fu fatta una prima descrizione a Santo Domingo e dato il nome di Fucsia( successivamente anche al colore) in onore al botanico tedesco Leonhard Fuchs.
Gli inglesi e gli americani se ne innamorarono tanto che col tempo gli ibridatori cominciarono a creare colori e varietà diversi e ancora più incredibili, sia per la coltivazioni nei vasi che come arbusti in aiuole.
Coltivazione
buona parte delle specie in commercio teme il freddo invernale, per questo sarebbe bene lasciarle all’aperto in estate senza esporle alla luce diretta del sole e riporle in serra in inverno. Tuttavia esistono delle specie più rustiche adatte a sopportare il periodo invernale che iniziano a svilupparsi già nel periodo primaverile.
La Fucsia va annaffiata soprattutto tra marzo ed ottobre e, qualora la riponiate in serra, anche nel periodo invernale. Le specie più rustiche resistono meglio alla siccità ma se potete, evitate di lasciarla senz’acqua per lunghi periodi durante i mesi caldi. In inverno, invece, potete calare o interrompere le annaffiature.
Il terreno, come sempre, deve essere morbido, drenante e ricco di materie organiche, alleggerendolo con un po’ di sabbia, mentre per quanto riguarda la riproduzione della pianta, potete praticare talee utilizzando fusti che hanno prodotto fiori la stagione precedente.
In commercio, ovviamente, troverete la Fucsia in semi.
Specie
Gli ibridi sono quelli che si trovano più spesso in commercio. Si tratta di incroci tra la fulgens e la magellanica e potete trovarle sia in vaso che in “contenitori” sospesi dall’alto. La exorticata invece proviene dalla Nuova Zelanda, è di semplice coltivazione e può raggiungere i 10 metri di altezza. Anche la procumbens è di origine neozelandese e può essere coltivata sia come pianta d’appartamento che in terra.. La magellanica, infine, è una pianta molto rustica e può raggiungere i 5 metri di altezza.