5 piante d’appartamento che vivono con poca luce
Non tutti lo sanno, ma esistono piante d’appartamento che riescono a vivere bene anche in ambienti poco luminosi. Una gioia per chi ama arredare con il verde, anche se non si hanno a disposizione spazi esterni o soleggiati.
Di seguito, cinque piante che possono essere allevate con poca luce, . tutte robuste, facilissime da coltivare e perfette anche per chi ha problemi di tempo o non possiede il tanto ambito “pollice verde”:

1. La Zamioculcas è un’affascinante succulenta originaria della Tanzania.
Presenta fusti carnosi ed eretti che misurano 50-60 cm con foglie ovali, simmetriche, di un intenso verde scuro.
I fiori, bianchi, sbocciano solo con un clima ideale; in appartamento è difficile.
Un vantaggio della Zamioculcas è che si ha tutto il tempo di affezionarcisi: è infatti piuttosto longeva.
Questa pianta va messa a dimora in un terriccio ben drenato, parzialmente sabbioso.
Le annaffiature si effettuano a terreno asciutto, evitando i ristagni. In primavera concimare con moderazione, scegliendo un fertilizzante per succulente.
La Zamioculcas ha crescita lenta, per cui il rinvaso può essere effettuato ogni 4-5 anni.
Le malattie sono rare. Talvolta soffre attacchi di cocciniglia cotonosa.
La Zamioculcas è anche nota come pianta di Padre Pio. Pare che il santo ne tenesse una nella sua cella. In verità, la sua introduzione in Italia è posteriore alla morte del frate, ma chi ci dice che qualcuno non abbia voluto omaggiare Padre Pio con un regalo esotico?

2. La Chamaedorea elegans, o palma minore, è una pianta tanto decorativa quanto robusta, originaria di Messico e Guatemala.
Forma e dimensioni la rendono perfetta per ornare una zona abbastanza ampia: la Chamaedorea si innalza fino a 2 m, e, con il tipico portamento a fontana delle sue lunghe foglie pennate, si allarga parecchio.
Per coltivare la Chamaedorea, collocarla in un ambiente con temperature miti, mai troppo calde o fredde.
Il terriccio deve essere ricco di sostanze organiche e con un ottimo drenaggio.
Teme siccità e ristagni idrici: quindi irrigazioni regolari ma solo a terreno asciutto.
Nella bella stagione concimare a cadenza bisettimanale con un prodotto per piante verdi.
I nemici della Chamaedorea sono ragnetto rosso, afidi e cocciniglia cotonosa: una volta alla settimana va ispezionata con attenzione.
Il nome particolare, Chamaedorea, deriva dal greco. E’ l’unione di chamay e dory, nano e fusto. Si pensa che sia motivato da altre specie di C. a crescita ridotta

3. Esiste una pianta d’appartamento più resistente dell’Aspidistra? Probabilmente no. Sopravvive persino vicino ai caloriferi! E quanto, poi: più di 100 anni!
Nativa della Cina, l’Aspidistra è caratterizzata da lunghe foglie lanceolate verde scuro, che misurano anche 50 cm. I piccioli che le reggono partono direttamente dal terreno. La chioma è molto folta.
I fiori, purpurei, a volte sbocciano persino in appartamento.
Pianta davvero umile, l’Aspidistra si accontenta di un terriccio universale per piante verdi e di 2 annaffiature settimanali d’estate e una d’inverno (o anche meno, se la luce è molto poca).
Predilige gli ambienti freschi, ma come detto sopravvive ovunque, se l’aria è secca basta nebulizzare il fogliame con regolarità.
L’Aspidistra richiede solo una modesta dose mensile di concime.
Le malattie sono infrequenti; fa eccezione la cocciniglia.
Fiorirà l’Aspidistra non è solo un auspicio di quanti possiedono questa pianta, ma anche il titolo di un romanzo di G. Orwell.
4. La Kentia arriva dall’Australia.
Si distingue per le ampie, eleganti fronde coperte da foglie bipennate verde scuro, che si dipartono da un corto fusto. In vaso raggiunge un’altezza massima di 3 m. La crescita è lentissima.
La Kentia ha discrete esigenze idriche. Tipicamente, se ha sete, lo fa notare abbassando le foglie. Il concime va somministrato solo nella bella stagione, ogni 2-3 settimane.
Il terriccio ideale è un misto torba/sabbia, arricchito con una piccola percentuale di stallatico.
Da non dimenticare: le foglie vanno pulite con regolarità.
Nonostante la sua robustezza, la Kentia talvolta è infestata dal ragnetto rosso.
Negli USA è nota anche come palma Hollywood, grazie al suo ruolo di comparsa in un gran numero di pellicole.

5. Il Caladio, erbacea rizomatosa originaria del Brasile, deve il suo notevole charme alle grandi foglie cuoriformi o lanceolate, screziate di rosso, rosa o bianco, e in parte anche alle sue infiorescenze profumate. Ne esistono 15 varietà, tutte di dimensioni modeste (max 40 cm).
Il Caladio ha un’esigenza fondamentale: evitare il freddo e le correnti.
Per il resto, cresce bene in un misto di torba/sabbia e richiede annaffiature solo a terreno ben asciutto.
La fertilizzazione va effettuata da maggio ad agosto, senza esagerare con l’azoto per mantenere le screziature.
Il fogliame è deciduo. Ad ottobre, quando secca, tagliarlo e lasciare riposare il rizoma fino a primavera.
Gli inglesi chiamano il Caladio Angel Wings (ali d’angelo), per la bellezza e la forma delle foglie. E dire che è una pianta velenosa.
Un commento