Fritillaria imperialis: la corona imperiale e le sue leggende
Caratteristiche principali
Dall’origine molto antica, la Fritillaria imperialis (genere Liliaceae) è stata una delle prime piante coltivate dall’uomo. La sua storia inizia in Turchia, in Afghanistan e in Pakistan dove ancora oggi cresce spontaneamente.
Attorno al XVI secolo si diffuse in Europa: i primi bulbi vennero piantati a Leida. Nel 1600 Fritillaria imperialis divenne così conosciuta da essere raffigurata in molti dipinti ad olio.
Chiamata anche “corona d’oro“, la Fritillaria è una pianta bulbosa perenne il cui fusto può raggiungere 100-120 cm di altezza. Le foglie nastriformi o arcuate sono disposte in maniera alterna sullo stelo e possono arrivare a un terzo della lunghezza della pianta. Durante il periodo estivo si formano graziosi fiori, gialli o rossi, dalla forma a campana che si dispongono come una corona che ricorda quelle degli antichi imperatori. Durante l’inverno, lo stelo, le foglie e i fiori degradano e la pianta entra nel cosiddetto “riposo vegetativo” necessario alla l’acquisizione dei minerali nel bulbo per il nuovo anno.
Coltivazione metodologie
Non è difficile coltivare la corona imperiale, tuttavia vi sono degli importanti accorgimenti da seguire.
–Terreno: i bulbi devono essere messi a dimora nella stagione autunnale ad una profondità di 10-15 cm ben distanziati fra di loro, in modo tale che possano svilupparsi nello spazio del giardino. È meglio lasciarli indisturbati, poiché la fioritura può avvenire anche dopo due anni. In particolare, il terreno deve essere ricco di nutrienti: preferiscono quello costituito da sabbia e torba mescolato con stallatico maturo.
–Esposizione: per rendere la Fritillaria imperialis vigorosa è necessario che venga messa a dimora in luoghi ombreggiati, dove assorbe i raggi solari del mattino. Tollera molto bene le temperature rigide ma può mostrare sofferenza per quelle estive, per questo è bene scegliere accuratamente il posizionamento.
–Irrigazione: in generale, devono essere effettuate tra i mesi di Febbraio e l’inizio della stagione autunnale; tuttavia, è importante che l’acqua si asciughi tra un’annaffiatura e l’altra per evitare che si formi l’umidità. Quando le foglie iniziano ad ingiallire è possibile ridurre la frequenza delle irrigazioni.
Moltiplicazione
Durante la stagione estiva, la corona impierale va incontro a fioritura producendo baccelli con all’interno alcuni semi. Questi possono essere prelevati ed utilizzati per la moltiplicazione della pianta. Se si seminano in primavera, possono essere direttamente messi a dimora; se, invece, si seminano in inverno, i semi devono essere posti in un vaso fino alla germinazione.
In alternativa, si possono staccare i bulbilli dai bulbi ma questo potrebbe comprometterne la fioritura.
Parassiti e malattie
La Fritillaria imperialis, in genere, non è soggetta a malattie o parassiti. Tuttavia, è estremamente sensibile all’umidità che può portare alla crescita di infezioni fungine: se non vengono curate tempestivamente possono comportare la morte del bulbo stesso.
Curiosità e proprietà
La corona imperiale emana un intenso profumo muschiato che deriva da una sostanza solforosa che può essere utilizzata come rimedio naturale per allontanare talpe, arvicole e topi. Inoltre, la pianta produce un nettare che attira le api per la produzione del miele.
La fritillaria imperialis è una varietà molto conosciuta tanto da essere entrata in alcune leggende, tra cui l’ammonizione di Gesù. Secondo la tradizione cristiana i fiori della corona imperiale erano bianchi ed erano soliti fiorire sul Monte degli Ulivi, dove Gesù venne imprigionato. Si racconta che tutti i fiori presenti nel giardino piegarono la loro corolla in segno di compassione. Solo la Fritillaria imperialis rimase eretta ma quando Gesù l’ammonì, piegò la corona di fiori dai cui uscirono lacrime.
La seconda leggenda racconta di una regina dell’Impero persiano che era molto bella tanto che veniva ammirata da ogni uomo. Il re decise di ripudiarla accusandola d’infedeltà. La regina innocente si sentì tradita ed iniziò a vagare disperata nei campi che erano vicino al castello. Dopo il lungo camminare, i suoi piedi divennero radici che si cementarono nel terreno, il suo corpo uno stelo e la sua testa una splendida corona di fiori.