Piante resistenti: la pachira

Tra le piante da appartamento la Pachira è una delle più apprezzate e diffuse, grazie alla sua chioma ampia ed alla facilità di coltivazione. Si tratta quindi di una pianta molto facile da trovare nei vivai, in diversi momenti della sua crescita.

Principali caratteristiche

Il genere Pachira conta alcune specie di piante originarie delle foreste pluviali dell’America centrale e del Brasile. La specie maggiormente utilizzata come pianta da appartamento è Pachira aquatica, particolarmente apprezzata per le sue grandi foglie palmate sempreverdi, di colore verde brillante e dalla superficie lucida.
Nei luoghi d’origine si tratta di un vero e proprio albero, con una ampia chioma, che può superare i 20 metri di altezza. Se coltivata in vaso e in un ambiente diverso da quello tropicale tende a non superare i 2-3 metri di altezza. In appartamento è facile trovare anche esemplari più piccoli, in un certo senso miniaturizzati dal fatto che le radici sono contenute in vasi non eccessivamente capienti.

Coltivare la Pachira

Come dicevamo, la Pachira è molto diffusa in appartamento in quanto è abbastanza facile da coltivare; forse sarebbe più opportuno dire che si tratta di una pianta che ben sopporta anche condizioni di coltivazione non del tutto ideali. Nella foresta pluviale infatti c’è una condizione climatica assai diversa da quella disponibile in appartamento. La principale caratteristica da tenere sotto controllo è l’umidità ambientale, quasi assente in casa durante le lunghe e calde giornate estive, ma anche in inverno quando l’impianto di riscaldamento è attivo.
Per avere una pianta sempre bella e rigogliosa è opportuno annaffiare regolarmente, evitando però di mantenere il terriccio sempre bagnato: prima di annaffiare conviene controllare, se è ancora umido, si rimanda la fornitura di acqua di almeno un giorno; in inverno le annaffiature saranno minime, anche solo una volta a settimana, mentre in estate saranno molto più frequenti. La cosa più importate è vaporizzare spesso le foglie, utilizzando acqua distillata per non macchiarla con il calcare. In appartamenti molto caldi ed asciutti può essere opportuno utilizzare un umidificatore a freddo.
In piena estate la pianta si sposta all’aperto, in modo che goda del clima esterno; questa pianta non sopporta temperatura inferiori ai 5°C, per questo è opportuno coltivarla in appartamento, o in serra riscaldata, durante l’inverno. La posizione ideale per la Pachira è una zona della casa in cui possa godere di una buona illuminazione, evitando però la luce solare diretta, che potrebbe rovinare le foglie.

Parassiti e malattie

Le principali problematiche correlate alla Pachira dipendono dalle condizioni di coltivazione. Piante che godono di un clima perfetto riescono, a volte, a fiorire anche se coltivate in appartamento. I fiori sono grandi e spettacolari, ma sono difficilissimi da vedere nelle piante da appartamento. Tra i principali parassiti troviamo la cocciniglia e gli acari, che tendono a svilupparsi in ambienti molto asciutti; si debellano con appositi insetticidi o acaricidi. eccessi di annaffiature che si ripetono nel corso del tempo possono invece causare la formazione di marciumi radicali, che possono portare anche alla morte della pianta. Una fornitura di concime per piante da appartamento, almeno una volta ogni 15 giorni, fornisce alla pianta tutti gli elementi minerali di cui ha bisogno, evitando così il manifestarsi di carenze. Per avere una Pachira in salute è anche opportuno sostituire il vaso, una volta ogni due anni, posizionandola in un contenitore leggermente più grande.

Curiosità

Le piante di Pachira molto giovani hanno un fusto malleabile e volubile, che si allunga per varie decine di centimetri. Questo ha portato all’abitudine di posizionare almeno 3-4 esemplari in un medesimo vaso, per poi intrecciarne tra di loro i fusti, a formare un unico tronco dalle forme di una treccia. Si tratta di un modo particolarmente decorativo di coltivare queste piante, che non le rovina in alcun modo. Per mantenere la treccia si dovrà, con il passare del tempo, sospingere le nuove crescite verso il corretto posizionamento, continuando a sviluppare l’intreccio in altezza.

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