Dieffenbachia coltivazione e specie
Pianta sempreverde molto apprezzata per la coltivazione in appartamento, la dieffenbachia appartiene alla famiglia delle araceae, alla quale appartengono anche calla, anthurium, filodendro e molte altre. Di provenienza Centro-sud Americana, la dieffenbachia è una pianta velenosa in tutte le sue parti e, per questo, da curare e trattare utilizzando guanti per prevenire qualsiasi tipo di contatto indesiderato.
Coltivazione
Considerando le origini della pianta, sembra quasi scontato che la Dieffenbachia ami il caldo, trovandosi a suo agio a temperature comprese tra i 20 ed i 30 ° C d’estate e tra i 15 e 18° C d’inverno.
E’ bene inoltre evitare aria fredda o correnti d”aria che possano d’anneggiarla.
Nel posizionarla è inoltre far bene attenzione a porla in una zona ben illuminata ma che non sia direttamente esposta ai raggi del sole.
Per mantenerla bella è opportuno infine, pulire le foglie con un panno umido con regolarità, evitando, se possibile, lucidanti fogliari.
Per quanto riguarda l’annaffiatura, il sistema migliore resta sempre quello di nebulizzare le foglie poiché questa pianta ha bisogno di un alto tasso di umidità e, come altre, teme i ristagni. Quindi annaffiature sufficienti a mantenere il terreno umido e nebulizzazione periodica delle foglie.
E’ consigliabile eseguire la concimazione nel periodo tra aprile e settembre e, con frequenza minore, se si desidera, in inverno.
Principali specie e curiosità
- La dieffenbachia picta ha origini brasiliane e può raggiungere i 2 m di altezza. Le sue foglie di color verde chiaro e dalla forma lanceolata, hanno bordi e nervature di color berde scuro.
- La dieffenbachia amoena ‘ forse la specie più conosciuta. Originaria del Costa Rica e della Colombia, presenta foglia grandi di dimensioni fino a 60 cm di colore verde screziato di giallo e crema.
- La dieffenbachia oerstedii ha grandi foglie verdi con nervature bianche ed è originaria del Costa Rica e Guatemala
Tra le curiosità interessanti da citare sulla dieffenbachia, c’è sicuramente quella che riguarda la seguine, la quale è chiamata anche la pianta del muto, perché ha un tipo di linfa che, entrando in contatto con gli apparati vocali, può rendere muti per alcuni giorni.