Tagete: il garofano indiano

Tra le piante erbacee più utilizzate per abbellire i nostri giardini c’è sicuramente il tagete, anche noto come “garofano indiano”. Si tratta di una specie appartenente al genere Tagetes, che conta circa cinquanta specie di piante annuali o perenni, e alla vastissima famiglia delle Asteracee.
Il tagete, originario dell’America del Sud e dell’America centrale, fu esportato in Europa per la prima volta nel XIV secolo, giungendo soprattutto dal Messico. In Italia è una pianta molto diffusa, sia per la facilità di coltivazione, sia perché si presta per le sue doti coreografiche, a fare da coloratissimo ornamento all’interno di aiuole e balconi. L’altezza del tagete può variare dai 25 ai 90 cm circa. Il fusto è a forma di cespuglio ramoso e le foglie sono pennate lucide, di colore verde scuro. I fiori sono dei capolini (o “catalidi”) semplici e doppi, che ricordano molto i garofani. Il loro colore varia dal giallo al rosso, con molte gradazioni intermedie di arancione. Sbocciano da luglio fino a settembre.

Coltivazione
Grazie alla notevole adattabilità del tagete, coltivare questa pianta è molto facile, anche in assenza di cure meticolose. Per ottenere la semente basterà essiccare i fiori e raccoglierne i semi. I garofani indiani crescono in ogni tipologia di terreno, purché siano sempre ben drenati, in quanto la pianta teme il ristagno d’acqua. I tagete prediligono le zone molto soleggiate e non troppo ventose, per cui è altamente consigliato tenerle al riparo dalle correnti d’aria. Le sementi si piantano in primavera inoltrata, quando le temperature sono più alte. Durante il periodo di maggiore fioritura è consigliabile fornire una concimazione specifica per piante fiorite, che può essere liquida o in grani. Ripulire periodicamente i capolini è un ottimo modo per ottenere una fioritura abbondante.

Malattie e cure
Pur essendo in genere una specie molto resistente, il tagete può essere infestato dagli afidi che si nutrono della linfa indebolendo progressivamente le piante. Una minaccia analoga è rappresentata dai minuscoli insetti fitofagi detti cocciniglie. Per difendere i tagete da questi parassiti sarà opportuno usare dei trattamenti con insetticidi specifici a largo spettro. Un’altra malattia che queste piante possono eventualmente contrarre è l’oidio, più conosciuto come “mal bianco”, causato dalla troppa umidità, o dalle troppo copiose innaffiature. È una malattia di natura fungina, per cui è bene usare un prodotto fungicida che è possibile impiegare anche in fase preventiva.

Curiosità
I fiori di molte varietà di tagete hanno un odore intenso, percepito da molti come poco piacevole: da tale caratteristiche deriva il nome di “puzzola” con cui è talvolta chiamato il garofano indiano. Proprio per questo motivo i tagete sono spesso piantati strategicamente ai bordi degli orti: l’odore emanato dai loro fiori allontana così gli animali che potrebbero danneggiare le coltivazioni. Esistono però anche varietà commerciali dotate di fiori completamente inodori.
Talvolta i tagete sono anche piantati nei terreni in fase di bonifica o in prossimità di colture orticole minacciate dai nematodi: le radici del garofano indiano rilasciano infatti sostanze nocive per questi pericolosi parassiti del terreno. Il tagete si rivela quindi anche un ottimo difensore della salute del sottosuolo.

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