Acacia di Costantinopoli: la pianta della delicatezza
L’Acacia di Costantinopoli, grazie alla sua folta chioma e i suoi fiori che sembrano piumati, è la pianta perfetta per chi desidera abbellire parchi e giardini siano essi in città che in prossimità della costa.
Nota anche come Albizia o Giaggia Arborea, l’Acacia di Costantinopoli appartiene alla famiglia delle Mimosaceae, comprendenti una serie di specie di alberi e piccoli arbusti. Trattasi di una resistente pianta ornamentale originaria dell’Africa e dell’Asia che può raggiungere un’altezza tra i 9 e i 12 metri, la cui chioma tende a svilupparsi durante la crescita in una curiosa forma ombrellifera.
Presenta una liscia corteccia verde grigiastra quando la pianta è giovane, tendendo poi a scurirsi e fessurarsi man mano cresce negli anni.
Il fogliame della Acacia di Costantinopoli è caratterizzato da tante foglioline ovoidali e allungate che, a coppie di 20-30, compaiono sul picciolo simili a vere e proprie felci.
Da giugno in poi fanno la loro comparsa fiori profumatissimi, ermafroditi e caratterizzati da numerosissimi stami lunghi fino a 3 cm, rosati alla base e rosso accesso all’apice: sembrano quasi setosi e danno alle infiorescenze un aspetto simile a quello delle piume.
In autunno compaiono invece i frutti simili a fagioli marroni ricchi di semini fertili.
Coltivazione
L’Acacia di Costantinopoli ama i luoghi soleggiati o al massimo in mezzombra: nonostante resista anche alle basse temperature invernali, è opportuno riparare la pianta dai gelidi venti invernali, sopportando invece quelli più tiepidi salini.
Per la coltivazione della pianta è consigliato scegliere un terriccio sciolto, fresco, asciutto e ricco di sostanze organiche: sono accettabili anche i terreni calcarei, mentre sono assolutamente da evitare quelli più duri che non consentono il drenaggio dell’acqua. A tal proposito, se l’Acacia di Costantinopoli è coltivata a terra le basta l’acqua piovana, da integrare nei periodi di maggiore siccità ogni 2 settimane.
A fine inverno è consigliato concimare la pianta, amalgamando il fertilizzante con terreno: si può utilizzare un prodotto granulare a graduale rilascio oppure liquido, da diluire nell’acqua delle innaffiature, nel corso della fioritura.
Per contenere la chioma, che tende ad espandersi nel corso dello sviluppo, è opportuno potarla a fine inverno, eliminando le parti più danneggiate e secche, a tutto vantaggio anche della fioritura che sarà più rigogliosa.
Malattie
Oltre al marciume radicale causato dalle eccessive innaffiature, l’Acacia di Costantinopoli teme in particolare il pericoloso insetto psylla. Questo infatti si nutre della linfa delle foglie e dei germogli mettendo a repentaglio la fotosintesi clorofilliana: la psylla rilascia una sostanza melata che a lungo andare causa la perdita delle foglie e il disseccamento della pianta. In tal caso è consigliato intervenire tempestivamente lavando la pianta con un prodotto a base di potassio.
Curiosità
I fiori della pianta Acacia di Costantinopoli simboleggiano, nel linguaggio dei fiori, la delicatezza, tanto è vero che sono soprannominati “fiori di seta”.
I fiori, le foglie e persino la corteccia della pianta sono ricchi di triterpenoidi, poli fenoli e saponine: nei paesi orientali infatti sono consumati come verdure o decotti, per usufruire delle proprietà toniche, digestive, antiossidanti e sedative contro gli stati ansiosi.