Socratea exorrhiza: la palma che ha imparato a camminare


Avete mai sentito parlare di un albero che cammina?

La socratea exorrhiza è forse l’unico esemplare al mondo che potrebbe rispondere a questa domanda.
Detta anche Palma che cammina o Cashapona, la Socratea è ben riconoscibile rispetto alle altre palme per la sua caratteristica base a forma di “baldacchino” o “palafitta” che fa pensare ai suoi spostamenti. Invece del tipico tronco centrale caratteristico degli alberi comuni, la Socratea exorrhiza presenta tanti tronchi più stretti che la sostengono e, pare, la aiutano a rialzarsi e spostarsi al bisogno.
Questa palma, che cresce in Costa Rica e nelle foreste pluviali del centro e Sud America, può crescere e variare da un’altezza dagli 8 fino a 25 metri.
Viene impollinata dagli scarafaggi e vari organismi ed insetti ne mangiano i semi o le piantine.

Le teorie sugli spostamenti della Socratea

Corner nel 1961 ipotizzò che le insolite radici su palafitte della S. exorrhiza fossero un adattamento per consentire alla palma di crescere nelle aree paludose della foresta. Non esistono prove del fatto che le radici su palafitte siano in realtà un adattamento alle alluvioni e sono state suggerite funzioni alternative per esse.

Nel 1980 John H. Bodley suggerì che in realtà permettevano alla palma di “allontanarsi” dal punto di germinazione se un altro albero cadeva sulla piantina e la rovesciava. Se si fosse verificato un evento del genere, la palma produceva nuove radici verticali su palafitte e pteva quindi raddrizzarsi, mentre le radici originali marcivano.

Swaine propose nel 1983 che le radici a palafitte potessero servire  alla palma per colonizzare aree in cui vi sono molti detriti (ad esempio tronchi morti) in quanto possono evitarli spostando le loro radici.

Hartshorn suggerì nel 1983 che le radici su palafitte permettessero alla palma di crescere verso l’alto per raggiungere la luce senza dover aumentare il diametro dello stelo. Le radici rendono la palma più stabile e quindi gli consentono di crescere più in alto e più rapidamente rispetto a chi non le possiede. Consentono inoltre alla palma di investire meno biomassa nelle radici sotterranee rispetto ad altre palme, lasciando quindi più energia da utilizzare nella crescita fuori terra. Si pensava anche che le radici potessero conferire un vantaggio quando la palma cresceva su un pendio, ma non è stata trovata alcuna prova di questo. (Bodley, John; Benson, Foley C. (marzo 1980).

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