Il sesto senso delle piante


Contrariamente a come ci hanno abituato a pensare, le piante non si limitano a vegetare rimanendo immobili nella loro posizione senza nulla fare, ma hanno sviluppato sensi che permettono loro di vivere, difendersi o nutrirsi pur non potendo andare a caccia o a far la spesa per procurarsi il cibo, ad esempio.
Le piante possono comunicare anche senza gesti o senza voce, possono nutrirsi pur non avendo bocca e denti e possono “ascoltare” anche se prive di orecchie.

Ma come fanno le piante a fare tutto questo anche se, all’apparenza, si presentano come esseri vegetali ed inanimati?
In realtà  le piante sono state in qualche modo costrette ad evolversi per poter sopravvivere e meglio adattarsi all’ambiente in continuo cambiamento.

1. Prendiamo ad esempio la VISTA.

Se una pianta è priva di occhi e, ovviamente incapace di distinguere forme e colori come fa l’uomo, è altrettanto vero che per crescere una pianta si nutre principalmente di un elemento naturale indispensabile alla sua vita: la luce. Da essa le piante generano il processo di fotosintesi che per loro significa fonte di alimentazione.
Le piante ne percepiscono qualità e quantità e, per questo, tendono a crescere in direzione e in posizione tale da poterne assorbire nella quantità migliore per poter crescere bene.
Chiunque tra noi può osservare come una pianta, sia in casa che all’esterno, tenda ad “inclinarsi” in direzione della luce o del sole crescendo anche più velocemente per evitare di ritrovarsi all’ombra o al buio.
In assenza di luce la pianta difficilmente sopravviverà.

2. L’OLFATTO.

Non dobbiamo immaginare una pianta come l’uomo pensando al naso e ai segnali nervosi che vengono inviati al cervello.
Una pianta è composta da miliardi di cellule e può percepire da ogni parte del suo “corpo” le varie informazioni che le arrivano dall’ambiente esterno.
Con esse impara a comunicare attraverso delle molecole, dette BVOC (Composti Organici Volatili di Origine Biogenica) attraverso le quali impara a comunicare con insetti e altre piante ad esempio.
Ogni odore e profumo prodotto da una pianta o da un fiore, in pratica, racchiude un messaggio preciso e serve ad uno scopo, anche se il misterioso ed infinito codice delle piante è ancora lontano dall’esser decifrato completamente.

3. Il GUSTO

Le piante hanno senza dubbio un “palato” fine e piuttosto esigente. Attraverso le loro radici che esplorano il terreno, vanno alla continua ricerca di nutrienti che che possano saziarle e renderle belle e forti.
Ogni radice parte alla ricerca di nuovi elementi come nitrati, potassio o fosfati, creando così quella che diventa poi una fitta rete esplorativa che si forma sotto l’albero o la pianta.
Se vi capita di travasare di tanto in  tanto qualche pianta, scoprirete lunghissime radici che, anche in presenza di vasi non troppo grandi, vanno alla ricerca di nutrimenti fini a soddisfare il loro esigente palato e la loro fame.

Senza dimenticare poi l’infinità di piante  carnivore( o meglio insettivore) che vivono nel nostro pianeta, che si cibano di insetti sfruttando trappole di cui sono dotate.
La Nephentes, addirittura è una specie capace di catturare piccoli animali o rettili come topi e lucertole grazie alla particolare forma, digerendoli poi attraverso un liquido digestivo presente nella loro “trappola”.

4. Il TATTO

Cercare di spiegare questo argomento può sembrare davvero complesso perché non è facile dimostrare davvero se una pianta possiede dei recettori capaci di percepire altri oggetti o esseri viventi.

Tuttavia ci sono piante come la Mimosa pudica ( foto sotto), che reagiscono al contatto con l’uomo. La foglia della Mimosa pudica si chiude de toccata e si riapre quando non avverte più il “pericolo”, ma non si chiude in caso di pioggia. Questa potrebbe essere una prima prova  che le piante ( qualcuna almeno) possiedono un qualche tipo di percezione tattile.

Mimosa Pudica o sensitiva
Mimosa Pudica o sensitiva

Un altro esempio di pianta che reagisce al tatto è quello delle piante carnivore che fanno scattare la loro trappola quando un insetto si appoggia su di essa.
Quale altro senso se non il tatto, potrebbero usare per percepire la presenza di una preda all’interno della trappola e catturarla?

Ultimo ma forse più evidente esempio della capacità tattile delle piante, è quello delle piante rampicanti o delle viti. Durante il loro percorso di crescita si può notare come tendano ad avvolgersi attorno ad altri oggetti sfruttandoli per arrampicarsi o sorreggersi durante il percorso di sviluppo.
Come possono le piante percepire la presenza di un oggetto esterno e sfruttarlo a loro comodo se non con un senso simile al nostro tatto?

5. L’UDITO.

Come per gli altri 4 sensi, anche le piante sono molto diverse dall’uomo. Chiaramente non possiedono orecchie e non hanno sistemi nervosi che trasmettono dati al cervello.
Malgrado questo, le piante hanno un “sistema uditivo” molto simile a quello di alcuni rettili come il serpente o altri animali che, pur essendo privi di orecchie, sfruttano le vibrazioni del terreno per percepire vibrazioni o suoni.
Questo permette alle piante, ad esempio, di “sentire” la musica o quantomeno le frequenze che da essa provengono.
Alcuni studi in proposito sono stati fatti da un viticoltore di Montalcino che per alcuni anni ha collaborato con  il LINV (Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale) e con la Bose (azienda leader nel campo della tecnologia del suono) che ha finanziato la ricerca, provando a a far ascoltare alle sue viti della musica. I risultati si  sono rivelati incredibili perché le piante sottoposte al trattamento  sono cresciute meglio e più velocemente e, anche l’uva aveva un sapore migliore rispetto a quella delle piante non trattate.

6. Le Piante non si limitano solo a questi 5 sensi, ma hanno “sensi” e  capacità uniche e invidiabili che l’uomo o gli animali non possono eguagliarle. Le piante, ad esempio, tramite le radici, sono in grado di individuare fonti di umidità dalle quali poi  “idratarsi” e possono, sempre tramite le radici o le foglie, assorbire sostanze cancerogene per l’uomo e trasformarle in altri  elementi.
Pensiamo solo al TCE, così dannoso per l’uomo, che le piante possono assorbire e trasformare in cloro gassoso, anidride carbonica e acqua.
O più semplicemente alle piante “purificatrici”, in grado di assorbire CO2 dall’ambiente e trasformarlo in ossigeno.

Non dimentichiamo infine la capacità unica delle piante di riprodursi e rigenerarsi.  Se un albero viene tagliato o potato è in grado di ricrescere in maniera vigorosa o, per esempio, se prendiamo un piccolo ramo e lo ripiantiamo in un vaso ( riproduzione per talea), possiamo far ricrescere questa pianta in un altro ambiente!
Quali altri esseri al mondo sono capaci di questo?

Fonte: Mancuso, Stefano. Verde brillante (Saggi Giunti) (Italian Edition)

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