Oenothera: il prosciutto dei giardinieri
I fiori commestibili possono essere considerati dei gustosi, salutari e bellissimi condimenti per i propri piatti. E allora perché non provare a coltivarli nel proprio giardino o terrazzo come qualsiasi pianta utile in cucina?
Fanno parte del genere Oenothera più di 125 specie, ma tra le più diffuse e interessanti la Oenothera biennis è una pianta erbacea che appartiene alla famiglia delle Onagraceae.
Ha numerosi nomi volgari con cui forse è maggiormente conosciuta tra cui Bella di notte, Enagra, Rapunzia, Erba asinina, Primula della sera e “prosciutto dei giardinieri”.
È una pianta originaria del Nord America che è giunta in Europa nel 1600 come pianta ornamentale e solo in seguito come pianta commestibile. Come dice il nome stesso, la Oenothera biennis è una pianta che si sviluppa in due anni: durante il primo anno produce le foglie basali con la classica disposizione a rosetta, nel secondo anno si sviluppa un fusto eretto (fino a 150 cm) e poco ramificato.
Le foglie basali, oblunghe e ovali, sono puntinate di piccole macchiette rosse, mentre le foglie del fusto, oblunghe e alterne, sono a forma di lancia con un margine irregolarmente dentellato. I fiori, riuniti nella parte apicale, sono grandi (3 o 4 cm di diametro), solitari, di un bel giallo acceso e con quattro petali. Il fusto è semplice, robusto e con molte foglie, mentre le radici sono grosse e carnose.
La Oenothera biennis cresce spontaneamente nei luoghi incolti e aridi, nei terreni sabbiosi o di tipo alluvionale, da zone di pianura a montagne fino a 1200 m. Per quanto riguarda la sua coltivazione, ha bisogno di un terreno umido, ben drenato e formato da torba mista a sabbia. La concimazione deve avvenire solo se necessaria con un concime granulare a lento rilascio ogni 3 o 4 mesi. L’esposizione deve essere in pieno sole e al riparo dal freddo. La Oenothera va annaffiata con regolarità, specialmente durante la sua crescita. La sua moltiplicazione avviene per seme, che deve essere raccolto con tutto il frutto dopo la fioritura della pianta; i semi devono essere piantati in buche profonde nel mese di aprile.
È una pianta resistente ai parassiti animali, ma teme il marciume delle radici causato dal ristagno d’acqua.
Nel linguaggio dei fiori la Oenothera biennis significa volubilità e incostanza. La differenza rispetto ad altre piante edibili è che della Oenothera biennis non si butta via niente: non solo i fiori sono commestibili, ma lo è l’intera pianta. Le radici possono essere lessate e consumate in insalata o in umido oppure essere assunte sotto forma di infuso contro la pertosse grazie alle sue componenti (mucillagini, tannini e sali minerali).
L’olio di Oenothera, ottenuto dai semi, ha invece un’azione antinfiammatoria ed è in grado di dare risultati nei trattamenti di alcuni problemi dermatologici (acne, orticaria, psoriasi, dermatite atopica); è di aiuto in malattie come l’artrite reumatoide e la sclerosi multipla, ma anche nella sindrome premestruale e nell’asma. Inoltre, grazie al suo potere elasticizzante, è fortemente usato anche nella cosmetica.
A loro volta, i fiori possono essere assunti sotto forma di decotto o infuso e, grazie alle loro componenti (mucillagini, cere e pigmenti gialli), hanno proprietà sedative in caso di tosse e pertosse.
Gli inglesi chiamano questa pianta “Evening primrose” perché i suoi fiori si aprono di sera e rimangono aperti per le due notti successive. Un po’ meno romanticamente gli Indiani d’America strofinavano le radici di questa pianta sulle loro calzature per impedire agli animali di percepire l’odore dell’uomo.