Miti, leggende e coltivazione dell’onopordum Illyricum
L’ onopordum illyricum ha un aspetto molto simile al Cardo, con le foglie alla base in rosetta grandi e robuste; è caratterizzata da uno scapo eretto e ricoperto da una lanugine di colore bianco. I fiori arrivano durante la stagione estiva e sono di colore rosa. Il frutto di questa pianta è una cipsela che presenta solchi che si sviluppano trasversalmente ed ha un pappo setoloso.
Questa pianta è diffusa soprattutto sul versante nord del bacino del Mediterraneo, in particolar modo in Portogallo, in Libano, in Corsica, in Sardegna e in Sicilia. Con il tempo l’Onopordum Illyricum è stato anche introdotto in California e in Australia. Generalmente cresce ai bordi delle strade e nei terreni incolti.
Coltivazione metodologie
La prima cosa da considerare per la coltivazione di questa pianta è il fatto che l’impollinazione ha luogo per mezzo di insetti; siamo dunque di fronte ad’impollinazione entomogama. Per la coltivazione, il consiglio è quello di preparare un semenzaio con l’arrivo della primavera e di aspettare a trapiantare le giovani piante fino a quando non avranno le giuste dimensioni.
Laddove la pianta cresce in modo spontaneo, non ha bisogno di grosse cure, a meno dell’accortezza di eliminare le parti secche di tanto in tanto.
In linea di massima, le piante di specie alimurgiche spontanee non hanno bisogno di particolari cure: è madre naturala a fare tutto il necessario per farle crescere forti e vigorose.Dell’Onopordum Illyricum si raccoglie soprattutto il cespo delle foglie alla base e l’infiorescenza non matura. Per raccogliere il cespo è bene munirsi di una piccola zappetta.
Malattie e cure
Essendo una pianta selvatica, l’Onopordo Maggiore non è particolarmente soggetto a parassiti e malattie. Si tratta infatti di una specie molto resistente che, come detto, non necessita di particolari attenzioni.
Curiosità
Anticamente, questa pianta era considerata un valido test per le nozze. Le ragazze di Milo, la località etnea, usavano le infiorescenze dell’Onopordo Maggiore per capire se le proprie nozze fossero o meno imminenti. In particolare, questa usanza era tipica del giorno di San Giovanni: le ragazze nubili andavano a raccogliere la pianta, troncavano un’infiorescenza (meglio se non matura) e la sotterravano in un luogo conosciuto solo a loro. Il giorno dopo dissotterravano la pianta, la schiacciavano ed esaminavano il colore dei fiori: se i fiori erano colorati, allora il matrimonio era vicino; se, al contrario, i fiori erano bianchi, allora il giorno delle nozze era ancora lontano.
Un’altra piccola curiosità riguarda i suoi nomi. Questa pianta è infatti conosciuta anche con il nome Trummazzi, ovvero trombe. Questo nominativo dipende dal fatto che quando le infiorescenze e i fiori si seccano assumono un aspetto molto simile alle trombe.
L’Onopordum Illyricum può essere chiamato anche Cardo Asinino, un nome che deriva dai suoi presunti effetti carminativi che, secondo gli antichi, aveva sugli asini.